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[…] Pendere posizione: una scelta di bellezza e libertà. Prendere posizione. Una scelta squisitamente estetica; per chi crede almeno, come credo io, che l’arte sia linguaggio ed il linguaggio, contenuto. Io, ad esempio, sono atea e ne so anche il perché. Non mi è mai piaciuto chiedere il permesso né il perdono per le azioni che compio. Prendersi la responsabilità delle proprie azioni pesa ma chi non si schiera, si è già schierato. Interrogarsi sulla realtà, questa è la mia ossessione. E la realtà è fatta anche di numeri: 1.200.000 iracheni uccisi dal 2003 al 2008, mezzo secolo di embargo contro Cuba, almeno 500 i prigionieri detenuti a Guantánamo senza prove e violando i diritti umani, e i martiri di Abu Ghraib? E le vittime in Afghanistan? Tutte azioni meritorie, non c’è che dire, tutte compiute sempre dallo stesso paese, i grandi Stati Uniti d’America, ed i suoi alleati opportunisti, tra cui l’Italia che non perde occasione di compiere la sua mediocre parte di soprusi.* Io sono atea ma se Cristo tornasse oggi sulla terra, come nella bellissima pièce di Peter Brook, la domanda non è da che parte starebbe ma:”Chi lo farebbe fuori per primo?”
L’Havana, Gennaio 2008
Benedetta Bonichi
* non riportato in catalogo |