« [..]La radiografia permette di vedere la struttura delle persone, e l'effetto che la Bonichi ottiene è di grande suggestione perché sembra che ci si trovi dinanzi a un reperto archeologico, analizzato in laboratorio, sospeso tra la vita e la morte» (Marco Bussagli). [da Il corpo umano. Anatomia e significati simbolici, per gentile concessione di Electa].
« [..]Il tema dell'amore e quello dell'archeologia, ricorrono nell'opera di Benedetta, come due fili che si annodano per tessere la tela dell'arte. Un'archeologia che si sposa con il mito e ti permette di trovare reperti insperati.[..] La Collana di Perle che è la radiografia di Scilla, così come l'immaginavano i Greci o, comunque, come gli archeologi pensano fosse rappresentata nei gruppi marmorei (si pensi a Sperlonga) che narravano le imprese d'Ulisse. L'amore è l'altro estremo della poetica di Benedetta Bonichi. Un amore che, in apparenza, pare negato dall'evidenza, ma che in realtà è sottolineato dall'evidenza, come quando si aumenta il contrasto per dare risalto a qualcosa. Benedetta crea un cortocircuito mettendo insieme la vita e la morte e obbligandole a convivere come nello Stabat Mater, il video che è un inno alla vita attraverso il suo contrario. [..] È come vedere l'alba e il tramonto insieme senza sapere più dove inizia l'una e finisce l'altro e la musica gioca un ruolo primario in quest'opera perché lo Stabat Mater fa emergere la profonda sacralità di quel che di più sacro esiste: il corpo. Metafora dell'Eterno» (Marco Bussagli - presentazione della mostra - To see in the dark - New York Roma 2006 - cat. Barbieri Ed. 2006).
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