Carolyn Carlson
 
     
 
   
una poesia di Carolyn Carlson scritta per Benedetta nei giorni della Biennale

Venezia, 2001

Guardare nel buio
afferrando scheletri e spazio
tocchi la vita
Gli occhi della notte rivoltano brandelli cosmici
la traccia imprime forme di luce
persone e animali e pesci
Afferrando scheletri e spazio
tocchi la vita
Piegati su loro stessi posseggono
un innato senso di sangue fluente
che trascina la polvere a valle dei fiumi
Il nostro umano vascello di ossa sta passando
come le stelle attraversano il giorno
Guardando dentro le oscure architetture
di luminose esistenze
per dire ciò che siamo stati
La mente muove ingranaggi
crea lei stessa bellezza e turpitudini
per superare ciò che è mediocre
forza il mistero
di costringere chi è nato nella luce
a vedere nel buio

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